Una domanda che spesso mi viene fatta è proprio questa.
Ancora oggi esistono molti dubbi e pregiudizi su questa professione.
“Lo Psicologo e’ uno strizzacervelli”, “Dallo Psicologo ci vanno solo i matti”, “Lo Psicologo ti legge nella mente” sono solo alcune delle frasi che tutti gli Psicologi si sentono spesso ripetere.
Meglio sfatare subito questi falsi miti.
Lo Psicologo non è un veggente ma un professionista della relazione d’aiuto che dopo numerosi anni di studio ha acquisito le competenze necessarie per aiutare le persone che si rivolgono a lui a superare i momenti critici della propria vita, attraverso una corretta diagnosi del problema, individuando e sostenendo le loro risorse interne e le loro potenzialità.
Chi si rivolge ad uno Psicologo non è affatto un matto, anzi è una persona ben “sana di mente”, assolutamente consapevole di trovarsi in una situazione di disagio in ambito familiare, lavorativo, scolastico o sportivo e che vuole prendersi cura di sé, del suo benessere psicologico, risolvendo i suoi problemi, le sue difficolta’ per migliorare se stesso e le proprie relazioni.
Un altro punto da chiarire è la confusione che ancora oggi viene fatta tra Psicologi, Psicoterapeuti, Psichiatri, Counsellor e Mental Coach, considerati molto spesso figure professionali equivalenti, quasi questi termini fossero dei sinonimi.
Invece non è così ed è importante fare chiarezza perché tali figure professionali pur essendo tutte orientate a promuovere il benessere psichico della persona, hanno una formazione e delle competenze ben differenti.
Si diventa Psicologo clinico dopo aver conseguito una laurea in Psicologia, aver svolto un anno di tirocinio e superato l’Esame di Stato.
Solo chi è iscritto regolarmente all’albo degli Psicologi può esercitare la professione di Psicologo clinico, altrimenti rimane solamente “Dottore in Psicologia”.
Lo Psicologo clinico puo’ svolgere l’attività di prevenzione, ricerca, didattica in ambito psicologico, diagnosi servendosi anche di test psicodiagnostici, riabilitazione e sostegno psicologico necessario per aiutare le persone ad utilizzare le proprie risorse interne per risolvere eventuali disagi psichici che possono insorgere in situazioni di particolare stress, per migliorare le proprie relazioni, la propria qualità della vita, valorizzando i propri punti di forza interni.
Si diventa invece Psicoterapeuti dopo aver conseguito la laurea in Psicologia o in Medicina e dopo l’Esame di Stato aver frequentato una scuola di psicoterapia della durata di almeno 4 anni e relativo tirocinio.
L’attività dello Psicoterapeuta è prevalentemente volta a curare le psicopatologie con tecniche di intervento diverse a seconda dell’orientamento della scuola di psicoterapia frequentata.
Lo Psichiatra è laureato in Medicina e dopo la laurea si è specializzato in Psichiatria. Si occupa di malattie mentali anche di grave entità ed è l’unico che può prescrivere degli psicofarmaci.
Il Counsellor ha frequentato un corso di formazione della durata variabile a seconda della scuola, che può essere svolto dopo il diploma di scuola superiore ma non e’ un corso di laurea. Il Counsellor può avere un titolo di laurea acquisito precedentemente in altre facolta’ ma può anche non essere laureato. Questa figura professionale non richiede un’iscrizione all’albo in quanto attualmente non vi è una regolamentazione specifica.
Il suo ambito di intervento si limita all’ascolto durante il colloquio e ad orientare la persona nelle scelte di vita.
Il Mental Coach è anch’essa una figura professionale non regolamentata e non richiede una laurea o un titolo di studio specifico; con il ruolo di “allenatore mentale” è orientato sostanzialmente a valorizzare i punti di forza dell’individuo aiutandolo nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Per concludere è importante che chiunque decida di rivolgersi ad un operatore del benessere psicologico conosca tutte le differenze, in modo da poter scegliere consapevolmente quello che meglio corrisponda ai suoi bisogni.